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Data di pubblicazione:

venerdì 11 dicembre, 2020

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Le origini

San Giuliano Milanese è un Comune posto a 11 km da Milano, in zona sud-est. Il territorio ha una superficie di 32 km quadrati circa ed è composto da frazioni, dal ricco passato: Viboldone (sede di una famosa Abbazia romanica del 1176-1348), Zivido (teatro dell’importante Battaglia dei Giganti del 1515), Borgolombardo, Sesto Ulteriano, Mezzano, e ancora Cologno, Pedriano, Carpianello, sedi di antichi e ben conservati nuclei cascinali. Il Comune è attraversato dall’odierna via Emilia, il cui tracciato si discosta leggermente da quello della strada consolare che, in epoca romana, collegava Milano e Lodi. La presenza romana a San Giuliano (insieme a quella di popolazioni Celto-Galliche) è documentata da diversi ritrovamenti archeologici e si riflette, tutt’oggi, nell’organizzazione ortogonale della aree agricole, scandite dal reticolo dei canali che regolano le acque nelle bassure del Lambro. Il fiume stesso – anticamente utilizzato per la navigazione – ha restituito prove materiali ascrivibili al periodo neolitico.

Viboldone e gli Umiliati

Un ulteriore e ingente lavoro di ingegneria del paesaggio portò, a partire dal XI sec. d.C., alla nascita di marcite e dei fontanili, utilizzati ancora oggi nelle nostre campagne. Queste opere, altamente innovative per l’epoca, furono realizzate da un gruppo di Frati Umiliati che, nel 1176, si insediarono a Vico Boldonis (Viboldone) e stipularono un accordo con il prevosto parroco di S. Giuliano per la costruzione di una loro chiesa: l’Abbazia di Viboldone, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Fu questa una delle prime Case dell’Ordine e certamente una delle più celebri degli Umiliati, poiché rappresenta un esempio caratteristico del ricco complesso conventuale Humiliatorum. Il movimento degli Umiliati va inquadrato nel complesso dei movimenti pauperistici che si svilupparono a Milano nel XI e XII secolo. Sposarono una condotta di vita a metà strada tra gli agostiniani e i benedettini, perdendo però nei secoli l’originario spirito evangelico, tanto da ricevere (nel 1571) la scomunica papale, che ne sanciva lo scioglimento a causa del decadimento degli ideali morali. L’abbazia, a quel tempo, era proprietaria di gran parte dei terreni di San Giuliano posti alla destra della Via Emilia. Seguirono passaggi vari e oscuri, sino a quando, dopo il XIII sec., queste terre passarono in mano alla nobile famiglia guelfa dei Brivio.

I Brivio

I Brivio divennero presto i possessori di tutte le terre poste tra la strada romana e il Lambro, da San Donato sino a Melegnano. Le loro proprietà comprendevano anche una vecchia rocca medievale, eretta dai milanesi a difesa del confine sul Lambro, poi caduta in disuso. Nel XVII secolo, i Brivio avviarono i lavori per trasformarla in una ricca e sfarzosa dimora estiva, che ancora oggi conserva la medesima, solenne atmosfera: la Rocca Brivio. Il periodo aureo della famiglia è compreso tra il XV e il XVII secolo, quando alcuni dei suoi membri furono insigniti delle più alte cariche dello Stato milanese. La costante fedeltà dei Brivio alle arti del ducato milanese fu premiata con la concessione di abbinare il casato degli Sforza a quello dei Brivio, che da allora si chiamano Brivio – Sforza.

La Battaglia dei Giganti

Fu proprio sulle terre degli Sforza che ebbe a svolgersi la terrificante “Battaglia dei Giganti” (o Battaglia di Marignano), scatenata dalle pretese dinastiche di Francesco I, re di Francia, sul Ducato di Milano. Radunato un poderoso esercito, il 12 Settembre 1515, il monarca entrò a San Giuliano, dando fuoco a tutte le case poste sul suo cammino, per poi ritirarsi dietro la propria linea difensiva, nel quartier generale posto presso Cascina Santa Brera. A contrastare le armate francesi vi furono le truppe svizzere assoldate da Massimiliano Sforza, duca di Milano: 10.000 mercenari che si attestarono a San Giuliano, ancora fumante per la distruzione subita. La battaglia provocò circa 12.000 vittime e ricevette l’attuale appellativo da una frase del Maresciallo Trivulzio, che la definì battaglia “non di uomini ma di giganti”, in riferimento alla fierezza dei soldati che si affrontarono in quei giorni.

Con la vittoria di Francesco I, il ducato di Milano passò alla Francia, mentre per gli svizzeri la pesante sconfitta segnò l’inizio della neutralità bellica, tuttora mantenuta. Sui campi di battaglia sorsero diversi luoghi di culto per onorare i caduti, visitabili ancora oggi: la cappelletta – ossario posta a fianco della suggestiva chiesa di Santa Maria della Neve (a Mezzano) e la cripta dell’antica chiesa di Zivido. Nella frazione, ogni anno, a Settembre, il Comune organizza “Ritornano i Giganti”, rievocazione storica della cruenta battaglia, manifestazione a cui partecipano, tra gli altri, insigni rappresentanti istituzionali francesi e svizzeri.

L’epoca moderna

Tra il XVII e il XVIII secolo le terre sangiulianesi diventarono feudo di diverse famiglie, mentre gli avvenimenti storici milanesi si ripercuotevano nel bene e nel male sulla vicina San Giuliano. Gli archivi storici testimoniano che la città, sorgendo a lato della via Emilia, vide sfilare nei secoli cortei ed ambascerie varie, che si fermarono a Viboldone prima di entrare in Milano: papi e re, ministri e uomini di stato e, purtroppo, tanti eserciti – da Napoleone Bonaparte nel 1796 alle milizie tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale – che depredarono case e botteghe. Non è perciò un caso che alla Guerra di Liberazione abbia partecipato un alto numero di sangiulianesi, il cui ricordo e sacrificio è viva testimonianza del valore della pace.

(Fonte delle notizie contenute in questa sezione è il libro “San Giuliano Milanese: una storia da raccontare” di Luciano Previato)

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Ultimo aggiornamento

12/09/2023